Per arrivare a Paradiso ti devi un po’ perdere nella campagna della bassa friulana. Se ci vai in un giorno di febbraio, non temere la nebbia e segui la strada facendo attenzione agli argini.
C’è un borghetto sulla sinistra, lo riconoscerai dai muri di sasso che risalgono al ‘600 e dalla chiesetta che si intravede in fondo al giardino. Arriverai ad una trattoria, dove verrai accolto da un gatto rosso che non si lascia prendere.
Questa trattoria si chiama Trattoria Al Paradiso. Federica e Annamaria sono le padrone di casa, con i loro abiti tipici friulani, il sorriso sulle labbra e tantissimi aneddoti sui piatti che preparano, sugli ingredienti che utilizzano e sul loro territorio, quello delle risorgive nella bassa friulana.
All’interno della trattoria ci sarà il fogolar acceso, il vino buono ed i piatti di questa terra, che tanto ha da raccontare. Il racconto attraverso i piatti è quello dello Chef Matteo Contiero, veneto d’origine ma assolutamente affascinato dalla tradizione friulana che ha saputo mantenere e nel contempo innovare: ha ristretto le patate di Godia, ha trasformato il capriolo in un maki avvolgendolo nella trota e nella verza, ha arricchito la Rosa dell’Isonzo con la salsa di arachidi, ha grattugiato il tuorlo d’uovo.
Sotto un cielo trapunto di stelle, anche se siamo all’interno ed è giorno, pranzare alla Trattoria Al Paradiso è un viaggio nei sapori e nei profumi: il musetto che diventa sandwich, la lumaca trasformata in tempura, i ciccioli soffiati come il vetro di Murano, il sorbetto camuffato da mela e la gubana che diventa panino.
Essendo di là dal fiume e tra gli alberi, alla Trattoria Al Paradiso la selvaggina da piuma c’è e non potrebbe mancare. Ecco allora il germano reale cacciato in laguna (e fai attenzione ai pallini!) nelle tre versioni: suprema in tartare su pan brioche, petto laccato al miele con composta di mele, e in una deliziosa cocotte la coscia stufata a pressione con quattro rape.
Se ci vai, ricordati di fare una carezza al gatto rosso nell’eventualità che tu riesca a prenderlo.
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