Normandia, l’unica regione della Francia che non produce vino! E già… in questi bellissimi territori, da Rouen (dove bruciò Giovanna D’Arco) a Caen (fulcro dello sbarco in Normandia) nelle fattorie immerse nel verde, si produce il sidro!
Tutto sommato basta guardarsi attorno per capirlo: non ci sono les vignobles, ma verdi colline coltivate con alberi da frutto: meli e qualche pero, per la precisione.
Se quindi doveste trovarvi in un ristorante o in una brasserie d’oltralpe, ed in particolare in Normandia, evitate di chiedere il “vino della casa” o quello “della cantina” ed optate per una brocchetta di sidro! Ce n’è per tutti i gusti ed in varie gradazioni alcoliche, fino al celeberrimo Calvados.
In un viaggio nelle terre di Monet e di Proust, ho potuto apprezzare pregi (molti) e difetti (pressoché inesistenti) di questa adorabile bevanda, che a dirla tutta non conoscevo granché. Quindi tra verdi vallate, pascoli di mucche (ma quanto buono è il burro normanno?!) e cieli inaspettatamente azzurri (sarebbero zone piovose, così ci han detto…), sono andata alla scoperta delle varie gradazioni del succo di mela!
Dalla fermentazione delle mele si ricava appunto il sidro che può essere doux, cioè dolce e poco alcolico(2-2,5 gradi) oppure brut/sec, ovvero secco e con 5-6 gradi alcolici. Il primo, piuttosto spumeggiante, si accompagna benissimo con una fetta di tarte aux pommes, ma quello veramente sorprendente è il sidro sec che può essere accompagnato a qualsiasi pietanza salata dalla carne al pesce, passando per una gustosa soupe à l’oignons. Pur mantenendo un sapore fruttato ed un delizioso profumo, è perfetto con ogni piatto, francese o non!
Al proposito, uno dei piatti tipici della Normandia che viene proposto e servito assieme ad una brocchetta di sidro, sono le moules frites cioè le cozze (con condimento vario) con le patatine fritte! Le cozze vengono portate in tavola in una particolare pentola, il cui coperchio è utilizzato per i gusci vuoti.
Dalla distillazione del sidro sec, si ottiene l’acquavite denominata Calvados, in onore all’omonimo distretto normanno.
Come dice l’Alligatore, il Calvados “ha il pregio di metterti subito a tuo agio con la vita e il difetto di stenderti senza preavviso“.
Un Calvados per essere degno di questo nome, deve invecchiare almeno due anni e più invecchia, oltre ad intensificare il colore, più migliora. In aggiunta al Calvados ottenuto dalla distillazione del sidro di mele, esiste anche la variante (decisamente ghiotta!) ottenuta dal sidro di pere.
A mio parere, il Calvados è perfetto per il dopocena ma in Normandia esiste le trou Normand, cioè la simpatica abitudine di intervallare le portate di un pranzo o di una cena con un bicchierino di Calvados! Ammetto che bisogna essere piuttosto allenati per compiere simili gesta!
Per un aperitivo (posto che con il sidro si pasteggia e con il Calvados si… digerisce o si medita!) c’è il Pommeau! Servito rigorosamente fresco, ed utilizzato principalmente proprio come aperitivo lo si ottiene mescolando 2/3 di succo di mela non filtrato con 1/3 di calvados. E’ de-li-zio-so!
Se ne volete sapere di più, non resta altro che fare un bel viaggio in Normandia, stupenda regione della Francia! Ah… se ci andate dovete assolutamente assaggiare la Gallette, una crèpe fatta con farina di grano saraceno e servita con vari condimenti salati (formaggi, pesce, ecc.), neanche dirlo… è perfetta con una brocchetta di sidro.
Grazie a Daniele Pittia per le fotografie!
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